Un metodo semplice, quasi dimenticato, per conservare le banane più a lungo. Una di quelle trovate casalinghe che passano di bocca in bocca, come certe filastrocche.
Chi ha provato almeno una volta a comprare un casco di banane, sa bene che dopo pochi giorni inizia il lento declino: macchie nere, polpa molle, odore dolciastro che sa già di disfatta. Non è un mistero che le banane maturino in fretta. Il problema, semmai, è trovare un modo per rallentare questo processo senza doverle mangiare tutte in due giorni o buttarle nel pattume.
Esistono metodi. Alcuni più noti, altri tramandati come piccoli oracoli da chi in casa ha visto fare certi gesti prima ancora di comprenderne il senso. Uno, in particolare, sembra uscito da un manuale della nonna: avvolgere il picciolo della banana con della pellicola trasparente. Sì, proprio così. Semplice, un po’ anticonvenzionale forse, ma funziona. La pellicola blocca in parte la diffusione dell’etilene, quel gas che accelera la maturazione. Non fa miracoli, ma qualche giorno in più lo regala.
Come conservare le banane nel modo migliore
Oltre alla pellicola, vale la pena soffermarsi sul luogo in cui vengono tenute. Le banane non amano il caldo, né l’umidità. Un angolo fresco e asciutto, lontano dal sole e da fonti di calore, è già un primo passo per allungarne la vita. Tenerle sul piano vicino al forno o vicino alla finestra soleggiata è un invito al disfacimento.
Anche il frigorifero non è il loro habitat naturale, temperature troppo basse fanno annerire la buccia, lasciando quella patina cupa che sa di tristezza e trascuratezza. Eppure, molti ancora le infilano lì dentro, quasi per riflesso condizionato.
Un altro accorgimento, forse meno noto, è separarle. Le banane, quando stanno tutte vicine, si influenzano a vicenda. Quelle già mature accelerano le altre, come un gruppo di amici troppo esuberanti che spingono chi è più timido a fare sciocchezze. Meglio dividerle, lasciare che ognuna segua il suo corso.
Suggerimenti pratici per la conservazione
Ci sono poi dei gesti semplici, a metà tra l’istinto e l’esperienza. Controllare spesso lo stato delle banane, ad esempio, può evitare spiacevoli sorprese. Spostare quelle più mature lontano dalle altre. Non serve una laurea in botanica per capire quando una banana è ormai sul viale del tramonto. In questi casi abbiamo odore forte, buccia macchiata, consistenza troppo cedevole. Meglio destinarla subito a una torta o un frullato anziché lasciarla imputridire in silenzio.
Un’altra idea, meno ortodossa ma efficace, è quella di appendere le banane. Sospese, non toccano altre superfici e questo riduce i punti di pressione che le fanno marcire più in fretta. Un gancio qualunque può bastare. Non serve trasformare la cucina in un mercato tropicale, basta un piccolo supporto.
Infine, non guasta ricordare che le banane sono frutti vivi, cambiano giorno dopo giorno. La loro trasformazione non è un difetto, ma un processo naturale. Conservare non vuol dire bloccare, ma rallentare quel processo. E se qualche banana sfugge al controllo, nessun dramma. Può finire in una crema, in un dolce, o diventare compost. Nulla si perde, tutto si trasforma, direbbe qualcuno con tono saccente. Ma in fondo è vero.
Con un po’ di attenzione, qualche accorgimento semplice e la giusta dose di organizzazione, anche le banane possono durare di più. Non per sempre, ma qualche giorno.