Recentemente i docenti della provincia autonoma di Bolzano si sono trovati al centro di un dibattito acceso riguardante gli adeguamenti salariali proposti dall’Agenzia provinciale per le contrattazioni. La proposta, che include compensi arretrati e benefits, ha suscitato reazioni contrastanti da parte dei sindacati locali, portando a un rifiuto della sottoscrizione della lettera d’intenti. In questo quadro, le assemblee generali della Cgil/Agb Funzione Pubblica e della Flc Cgil hanno espresso il loro dissenso, sostenendo che le somme proposte non coprono l’inflazione accumulata negli ultimi anni.
la proposta economica della provincia di bolzano
La Provincia Autonoma di Bolzano ha messo sul piatto un sostanzioso fondo per il prossimo triennio, destinato a migliorare la situazione economica dei dipendenti delle scuole a carattere statale e dei sottoscriventi del contratto collettivo d’intercomparto. Per il triennio 2025-2027, sono stati stanziati 825 milioni di euro. Di questi, 75 milioni di euro annuali saranno destinati al fondo per la contrattazione collettiva, con l’obiettivo di incrementare gli stipendi a partire dal 1° gennaio 2025.
Inoltre, la provincia ha proposto un pagamento una tantum da 75 milioni di euro, che coprirà il triennio 2022-2024, con l’intento di distribuirlo entro luglio 2025. Come ulteriore beneficio, è previsto un nuovo abbonamento annuale ai mezzi pubblici, “Alto Adige Pass“, del valore di 250 euro, e un miglioramento del fondo sanitario integrativo SaniPro, incrementato di almeno 1 milione di euro all’anno. La riapertura delle trattative per il contratto di comparto per il personale docente delle scuole provinciali e statali è anch’essa sul tavolo.
Queste misure economiche, secondo quanto dichiarato dalle amministrazioni, mirano a migliorare le condizioni di lavoro e di vita del personale scolastico, coltivando un ambiente più competitivo e attrattivo per i docenti nella regione. Tuttavia, nonostante l’impegno finanziario apparente, l’offerta ha trovato contrariati i sindacati, che ritengono le somme messe in gioco insufficienti.
le critiche mosse da cgil/agb e flc cgil
Dietro il rifiuto della lettera d’intenti ci sono motivazioni concrete sollevate dai sindacati. I segretari di Fc/Cgil e Flc/Cgil hanno esposto la loro analisi, sottolineando come le somme proposte non compensino l’erosione del potere d’acquisto subita a causa dell’inflazione, calcolata al 17% nel triennio considerato. A loro avviso, anche combinando tutte le indennità previste – vale a dire 1.612,82 euro più 4.004,75 già ricevute e 1.745 euro in arrivo – il totale di 7.362,57 euro lordi risulta inadeguato.
Calcoli alla mano, la Cgil/Agb ha evidenziato che, con l’attuale proposta, i docenti perderebbero tra 3.000 e 10.000 euro lordi. La cifra esatta varierebbe in base all’anzianità di servizio. Questo divario tra quanto offerto e quanto realmente perso è il nucleo della contestazione e il motivo principale per cui i sindacati rifiutano di sottoscrivere l’intesa senza ulteriori garanzie economiche.
polemiche sull’abbonamento gratuito ai mezzi pubblici
Ulteriore elemento controverso nella proposta provinciale è l’iniziativa dell’abbonamento gratuito “Alto Adige Pass” destinato ai dipendenti delle scuole. Sebbene apprezzato come strumento ecologico, il sindacato ha sollevato obiezioni sulla sua distribuzione. Secondo Cgil/Agb, se l’abbonamento è inteso come un benefit aziendale, non dovrebbe escludere i lavoratori del settore privato.
Questa misura ha generato un ulteriore motivo di dissenso, nonostante i sindacati abbiano accolto positivamente i futuri adeguamenti strutturali previsti dalla proposta. La Cgil/Agb ha deciso di non appoggiare l’intesa attuale, mantenendo però l’apertura a successive negoziazioni. L’obiettivo dichiarato è di salvaguardare il potere d’acquisto dei lavoratori, prendendo parte attivamente alle trattative con le autorità competenti.
I sindacati restano impegnati a difendere i diritti e le aspettative economiche del personale scolastico, in un contesto che richiede un bilanciamento tra risorse disponibili e necessità crescenti nel settore dell’istruzione.