Pulire le tapparelle facilmente: ecco il trucco segreto degli esperti

Pulire le tapparelle può sembrare un’impresa. Eppure basta poco, se si conoscono i giusti accorgimenti. Un dettaglio spesso ignorato, ma che cambia l’atmosfera di casa.

Le tapparelle, quante volte si vivono come un elemento di sfondo, qualcosa che c’è, ma che non si nota davvero. Finché non diventano grigie, sporche, dimenticate. E allora sì che si notano, ma in senso opposto. Perché, diciamolo, nessuno si sveglia al mattino con la brama di pulire le tapparelle. Si rimanda, si fa finta di niente, si gira lo sguardo altrove.

Eppure, fanno parte della casa. Proteggono dal sole, dal freddo, dal mondo esterno. Meritano un po’ di attenzione. Senza bisogno di diventare ossessivi: non serve mettersi i guanti bianchi e controllare ogni stecca. Ma nemmeno trattarle come un parente scomodo a una cena di famiglia.

Come pulire le tapparelle senza cadere nella disperazione

Non serve inventarsi riti astrusi o spendere un patrimonio in prodotti chimici da supermercato. Spesso, acqua tiepida e un po’ di sapone neutro fanno più di tanti prodotti dal nome altisonante. Basta un secchio, una spugna non troppo aggressiva, e il tempo di una pausa pranzo un po’ più lunga.

Meglio partire dall’alto, con movimenti lenti, verticali. Prima la polvere, poi lo sporco. Se si vuole evitare di sporcare ovunque, conviene abbassare la tapparella poco per volta, soprattutto quando si pulisce la parte esterna. Nessuno ha voglia di rincorrere l’acqua che cola sul pavimento.

Chi vive in città farebbe bene a farlo almeno una volta al mese. Lo smog si deposita con una puntualità quasi matematica. Chi invece abita in campagna, può permettersi ritmi meno frequenti. Ma attenzione: aspettare troppo può rendere la faccenda molto più difficoltosa.

Strumenti utili per la pulizia delle tapparelle

Ci sono quei bastoni telescopici con le spugnette che fanno il lavoro sporco al posto nostro. Sì, funzionano. Anche le macchine a vapore hanno il loro perché: sciolgono lo sporco con una certa efficacia. Ma non tutti i materiali sopportano questi metodi.

Le tapparelle in PVC e alluminio? Nessun problema. Quelle in legno, però, sono più capricciose. L’umidità le rovina, e poi sono guai. Serve delicatezza. Il sapone di Marsiglia, per esempio, funziona bene. Non solo lava, ma lascia anche un odore più gradevole di tanti profumi sintetici. L’aceto bianco è un altro classico: sgrassa senza essere aggressivo. Se proprio l’odore non piace, il limone ci mette una pezza.

E poi c’è lui: il cassonetto. Quello che tutti fingono di non vedere. Ma se resta sporco, tutto il lavoro fatto rischia di finire in fumo. La polvere cade giù e siamo punto e a capo. Quindi conviene pulirlo per bene, anche se è un po’ nascosto e seccante da raggiungere.

Non si tratta di diventare maniaci della pulizia. Si tratta di fare le cose con un minimo di attenzione, senza fanatismi. Le tapparelle pulite cambiano il modo in cui entra la luce, il modo in cui si guarda fuori, persino il modo in cui si vive lo spazio domestico.

Non è una rivoluzione, ma nemmeno una perdita di tempo. A volte basta poco per restituire dignità a oggetti che sembrano invisibili. E il bello è che non serve nulla di straordinario. Solo un po’ di tempo, e la voglia di non rimandare sempre tutto a chissà quando.

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