Alcune monete valgono molto più di quanto di possa credere. Un esempio? Quella di Monaco del 2006, e non è l’unica. Ma di quali monete parliamo?
Tra gli oggetti più curiosi da trovare nei cassetti dimenticati ci sono senza dubbio le monete. Vecchie lire, franchi smarriti durante un viaggio, centesimi sparsi nei portaoggetti delle auto. A prima vista sembrano solo spiccioli, ma in certi casi si tratta di piccoli tesori. Alcuni pezzi da 2 euro, apparentemente comuni, possono infatti valere parecchio.
Non si parla solo di valore economico. Certe monete hanno un peso diverso. Legano a ricordi, viaggi, regali di persone che magari non ci sono più. Ritrovare una vecchia moneta può riportare a galla sensazioni sopite, come un’istantanea dimenticata. Vale più quello che rappresentano, che non il materiale con cui sono fatte.
Moneta da 2 euro rara: più comune di quanto si pensi
La moneta da 2 euro è fra le più diffuse nell’Eurozona. Passa di mano in mano senza che nessuno ci faccia troppo caso. Eppure alcune versioni sono diventate oggetto di desiderio per i collezionisti.
Ad esempio, l’Estonia ha emesso nel 2016 una versione con tiratura di appena 20 mila pezzi. Un’inezia, se si pensa ai numeri della circolazione monetaria. La raffigurazione è una mappa del Paese, stilizzata. In buone condizioni, può valere intorno ai 7 euro. Nulla di folle, ma già un piccolo passo fuori dalla banalità. In quello stesso anno, c’è anche una versione dedicata a Paul Keres, uno scacchista di fama. Meno diffusa tra i non addetti ai lavori, ma presente nei cataloghi da collezione.
In Francia, un po’ più generosi con le edizioni speciali, alcune emissioni del 2006 sono state molto ricercate. Il loro valore può arrivare a una ventina di euro, a seconda dello stato di conservazione. E anche monete recenti, tipo quelle del 2021, mantengono un certo interesse: dieci euro, più o meno. Insomma, il valore nominale è solo un punto di partenza.
Le monete da 2 euro di Monaco
La faccenda cambia radicalmente se si guarda al Principato di Monaco. Qui le tirature sono minuscole, e il valore collezionistico cresce di conseguenza. La più nota è quella del 2006, dedicata al Principe Alberto. Solo 25 mila esemplari prodotti. Trovane una in buone condizioni e potresti venderla anche a 300 euro. Una cifra che può sembrare sproporzionata, eppure confermata dai mercati.
Occhio però. In giro si trovano molte imitazioni o monete vendute a prezzi gonfiati. Affidarsi a siti qualsiasi, tipo i soliti marketplace generici, può portare a fregature. Meglio rivolgersi a piattaforme con esperti, dove si può ottenere una valutazione più accurata e concreta. E magari anche qualche spiegazione che non sembri uscita da un telefilm anni ’90.
Capita, talvolta, che si ritrovi una moneta particolare tra le pieghe di un vecchio portafoglio. Non è detto che valga oro, ma qualche ricerca mirata può sorprendere. Anche perché il mondo del collezionismo monetario non segue logiche sempre lineari. Oggi una moneta vale poco, domani potrebbe essere richiesta. È una materia un po’ capricciosa, fatta di dettagli minuscoli, annate, imperfezioni.
In definitiva, non tutte le monete da 2 euro sono uguali. Alcune raccontano storie diverse, portano con sé eventi, commemorazioni, pezzi di storia. Altre restano semplici strumenti di scambio. Ma sapere che tra di loro si nascondono piccole rarità, dà un altro sapore anche al gesto più banale: quello di contare il resto.