Lavare un piumino in lavatrice sembra un’operazione innocua. Lo infili dentro, premi due bottoni, torni a controllare e si è completamente svuotato, rovinandosi.
Dove sono finite le piume? Che fine ha fatto quell’effetto soffice da nuvola? Panico? Quasi. Ma niente drammi, ci si può rimediare, anche senza strumenti fantascientifici. Prima di fare qualsiasi cosa, è molto meglio leggere l’etichetta. Quei simbolini non sono lì per caso ma hanno un senso. Alcuni piumini non amano le alte temperature, altri temono la centrifuga come il diavolo l’acqua santa. Meglio non improvvisare.
Una volta chiariti i limiti dell’indumento, conviene trattare le macchie a mano. Il sapone di Marsiglia fa il suo mestiere senza troppi sforzi. Poi si infila il piumino in lavatrice, da solo, senza compagnia. Niente jeans, niente lenzuola. E cosa importante, poco detersivo. Il troppo storpia, e in questo caso fa grumi. L’ammorbidente? Bandito. Impostate un ciclo delicato, massimo 30 gradi, centrifuga bassa e adesso incrociamo le dita.
Metodi per salvare il tuo piumino ed evitare disastri
Se si ha la fortuna di possederne una, l’asciugatrice è la via più semplice. Temperatura bassa, piumino dentro, e – attenzione al dettaglio che fa la differenza – palline da tennis. Sì, proprio quelle. Io ne uso tre, vecchie, spelacchiate, ma ancora pronte a rimbalzare.
La loro funzione è questa: sbattono il piumino mentre gira, lo colpiscono come se stessero facendo una ramanzina alle piume perché si sono spostate tutte in fondo. Ogni tanto conviene fermare la lavatrice, dare una scrollata al capo, e poi far ripartire tutto. Serve pazienza. Ma dopo mezz’ora abbondante, il piumino inizia a tornare se stesso.
Chi non ha l’asciugatrice deve usare altri sistemi. Il processo è più lungo, ma fattibile. Prima cosa: scuotere il piumino. Non una volta sola. Bisogna agitarlo come se ci si stesse scrollando di dosso una giornata storta. Poi va steso in orizzontale, tipo su un letto o un tavolo. Mai appenderlo subito: il peso dell’acqua fa scivolare le piume verso il basso. E lì restano.
Il trucco casalingo del phon per recuperare il piumino
Quando sembra asciutto, ma è ancora umido, entra in gioco il phon. Sì, esattamente quello dei capelli. Temperatura bassa, getto d’aria dentro le maniche, partendo dai polsini. Trenta secondi, non di più, poi si cambia zona. Anche il collo va trattato. L’aria calda aiuta a sciogliere i grumi e rianimare le piume. Mentre lo si fa, con le mani si possono spingere le piume nei punti vuoti. Serve un po’ di intuito e un minimo di grazia.
L’aria calda, muovendosi dentro il tessuto, aiuta a separare l’imbottitura e a farla tornare più ariosa. Conviene muovere il phon lentamente, senza tenerlo troppo vicino, e alternare il calore all’uso delle mani per modellare di nuovo la forma del capo. Il piumino, dopo il lavaggio, non torna subito come prima. Serve tempo.
Spesso sembra asciutto all’esterno ma non lo è dentro, e questo può dare una falsa impressione. Prima di riporlo o indossarlo, è bene aspettare qualche ora in più, magari controllando con le mani se ci sono punti ancora umidi o freddi. Un asciugatura incompleta, oltre a lasciare il capo sformato, può creare anche cattivi odori o, nei casi più noiosi, piccole muffe. Per questo è meglio non avere fretta. Lasciarlo all’aria per un po’, anche se sembra già pronto, è sempre una scelta sensata.
In generale, con un po’ di cura e qualche accortezza, il piumino può recuperare gran parte della sua forma originale. Non servono tecniche particolari o prodotti specifici, basta agire con calma e osservare passo passo come reagisce il materiale. A volte si riesce a sistemarlo completamente, altre resta un po’ più vissuto, ma comunque ancora utilizzabile.